Le parole non dette del Maestro

Quando il genio comunica senza parlare, ma facendosi sentire. Ennio Morricone se n’è andato come ha vissuto: scrivere il proprio necrologio “per non disturbare” è l’ultimo atto di un uomo straordinario

Ci lascia anche Ennio Morricone, grande onore e rispetto al Maestro, soundtrack eterno di film indimenticabili e di momenti unici. “Ho scritto la colonna sonora della vita delle persone”, parole sue, scolpite nella pietra. Almeno nei tempi moderni, non è mai esistita nel caleidoscopio del genio e della sapienza umana una figura così straordinariamente abile nel fare cose eccelse senza mai rivendicarne il merito. Capace di trasferire emozioni infinite accompagnate da parole rare.

La comunicazione serve poco ai geni autentici. Per loro parlano i fatti, nel suo caso le note che adesso risuonano profonde negli angoli più remoti della nostra memoria. L’arte di Ennio Morricone, in quanto purissima, è uscita dagli argini, fino ad impedirci di capire se abbiamo tanto amato quel film perché realmente eccezionale o per la suggestione della musica che ne accarezzava il racconto senza mai opacizzarlo.

Chiunque abbia avuto la fortuna di vedere e rivedere quei film, di ascoltare quelle melodie ad occhi chiusi, non ricorderà altro che suoni celestiali.  Certo non le parole che il Maestro dispensava con il contagocce, anche nei suoi concerti “live” negli anfiteatri zeppi di gente in attesa non di frasi ad effetto, ma del successivo regalo della musica.

Morricone se ne è andato in questi tempi difficili di distanziamento e forse non è un caso: lui ha sublimato la solitudine, l’isolamento spirituale, ha fatto dell’armonia un’esperienza intimistica. Inutile interromperla con vacue frasi di circostanza.

Come tutti quelli che parlano poco, riusciva sempre a dire cose importanti. Alla fine, si è persino tolto lo sfizio di scrivere di suo pugno il proprio necrologio: "Sono morto. C'è solo una ragione che mi spinge a salutare tutti così e ad avere un funerale in forma privata: non voglio disturbare nessuno".

Immenso, può bastare?